Il premio diaristico “non letterario”

Come ogni anno a metà settembre si è svolta a Pieve Santo Stefano (Arezzo) la premiazione dei manoscritti selezionati dal Premio Saverio Tutino, giunto alla trentaquattresima edizione. La particolarità di questo premio, promosso dall’Archivio Diaristico Nazionale, è la ricerca di documenti autentici, «non rielaborati né corretti da altri».

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L’appello a partecipanti, che potranno vincere un premio in denaro e la pubblicazione del manoscritto presso l’editore Terre di Mezzo, è questo: «Cercate nelle soffitte e nei cassetti i carteggi d’amore dei nonni, le lettere d’emigrazione, i taccuini dalle trincee di guerra, il diario di un vecchio antenato, inviateci le pagine personali che avete scritto durante la vostra vita, le memorie autobiografiche di eventi passati, ma anche i vostri diari intimi giovanili: raccoglieremo questo materiale in una sede pubblica e lo metteremo a disposizione delle generazioni future». Tutti i manoscritti infatti, anche quelli non selezionati per il Premio, entrano a far parte dell’Archivio Nazionale che «conserva dal 1984 i diari, le memorie e gli epistolari degli italiani e ha raccolto fino ad oggi oltre 8000 storie di vita».

Quest’anno il premio per il miglior manoscritto originale è stato vinto da Colpito al cuore, un epistolario completo risalente alla Prima guerra mondiale e costituito dal 560 fra lettere e cartoline scambiate nell’arco di cinque anni, dal 1912 al 1917, fra Roberto Mazza, ufficiale di artiglieria, la moglie Serafina, crocerossina, e il figlio Giuseppe, sottotenente di fanteria. Una storia familiare finita in tragedia (la morte del figlio) che mantiene tutta la forza delle testimonianze autentiche.

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